Michele Vitali Mazza

(1895-1916) – Caduto della I Guerra Mondiale

Vicende: nato a Parma l’8 luglio 1895, figlio di Luigi e di Pina Clivio, residenti nel Comune di San Lazzaro Parmense, Michele Vitali compì gli studi presso l’Istituto De La Salle. Dal padre apprese i primi insegnamenti di musica, esibendosi in pubblico sia col violino che al pianoforte fin dall’età di sette anni. Iniziò quindi gli studi di ingegneria ma alla fine del secondo anno dovette abbandonare i libri per impugnare le armi. Con l’ingresso in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale, compì a Modena un breve corso d’addestramento e, nominato Sottotenente, volle entrare a far parte del corpo dei Bersaglieri (16° Reggimento, 63° Battaglione). Il 26 marzo 1916, sul Pal Piccolo (Alpi Carniche), una bomba cadutagli vicino gli fece perdere quasi completamente la vista ma non volle abbandonare il suo posto e, la mattina seguente, eseguendo l’ordine di assalire una trincea italiana occupata dai nemici, balzò dalla propria postazione trascinando con sé i suoi. Colla spada in pugno, si portò sotto la posizione avversaria, erta sopra una parete a picco, e, afferrata una scala a pioli, salì su di essa, rimanendo incredibilmente illeso, sebbene preso di mira da centinaia di fucili, fin sulla trincea. Trafisse un austriaco e, agitando il cappello piumato, chiamò all’assalto i suoi. La lotta si fece accanita e si prolungò per ore. Il Vitali fu ferito alla faccia, ma reiterò gli assalti. Una nuova ferita gli lacerò il braccio ma, col nemico ormai in arretramento, si lanciò innanzi per l’ennesima volta, finché, colpito alla testa, cadde esanime il 27 marzo 1916. Il suo eroismo fu onorato con la Medaglia d’oro al Valor Militare e, a guerra terminata, fu proclamato ingegnere a titolo d’onore alla memoria.

Il monumento: le spoglie di Michele Vitali vennero composte nella Cappella di famiglia, nella Galleria Nord del Cimitero della Villetta, che venne appositamente decorata per ricordare il Caduto. La cappella, che si trova nel braccio orientale della Galleria Nord superiore, ha pianta rettangolare e presenta il paramento murario interamente decorato a motivi geometrici. Sulla volta, cornici geometriche e corone di spine fasciano l’immagine stilizzata di un cielo con stelle dorate in rilievo disposte intorno ad un grande sole, a corona della croce di Cristo circonfusa di aureola e raggi. Lungo la curvatura dell’arco è inscritta la citazione evangelica “Qui vivit et credit in me non morietur in aeternum”, “Chi vive e crede in me, non morirà in eterno”. I vetri policromi del lucernario contribuiscono a irradiare la cappella di una luce dalle tonalità fredde, che meglio fanno risaltare la decorazione. Al di sotto della trabeazione e della scritta di proprietà, la parete frontale, ristretta dalla presenza delle sepolture laterali, è decorata da due arazzi dipinti con il motivo della stella dorata a rilievo. Al centro è dipinto un grande braciere da cui si innalza una forte vampa. Al di sotto si trova il busto di Michele Vitali, scolpito in marmo bianco di Carrara e posto su un piedistallo parallelepipedo di bardiglio che reca l’epigrafe dettata da Luigi Sanvitale (1859-1917): o prode Michele / che dal culto di ardue discipline / tratto a sante battaglie di libertà / subito rivelasti / indomita tempra guerriera / e accecato in un primo assalto a pal piccolo / con impeto portentoso di volontà / ricuperasti la visione / per lanciarti al secondo e al terzo attacco / alla testa dei tuoi bersaglieri / incurante d’aspre ferite / finché ti ergesti su scala intrepida / forte de la fede suscitatrice dei martiri / bello e fiero come il diritto / d’Italia e della civiltà / al cui trionfo t’immolasti / dice la storia / quanto di te la patria si vanti / dice l’amore / quanto abbia perduto la famiglia / d’altro tragico lutto / inconsolabile.
La cappella presenta un apparato pittorico influenzato dal gusto liberty stemperato nel Déco e di forte valore simbolico e trascendente. Evidente è il parallelismo tra la passione dell’eroe di guerra che offre la vita per la Patria e la passione di Cristo che muore per la salvezza dell’umanità. Le spine che circondano il busto di Michele Vitali, evocano i fili spinati delle trincee nemiche: superarle significa raggiungere la vittoria e la gloria (le stelle, la fiamma perenne che arde nel braciere), così come Cristo, attraverso la passione e la morte di croce, apre la via della risurrezione – come ricorda il motto riportato sull’arco – e della vita eterna ai credenti. La decorazione, purtroppo non firmata, forse attribuibile a Tomaso Tomasi (1884–1965) allievo di Cecrope Barilli (1839-1911) e autore di numerose decorazioni funerarie nel cimitero della Villetta, è comunque ascrivibile a maestranze attive a Parma nel secondo decennio del Novecento, come il busto, di carattere verista. Copia coeva dell’erma si trova nella Cittadella di Parma, sul Bastione di San Giorgio, a fianco della sede dei Bersaglieri.