Monumento Carpi, 1926

Mario Monguidi (1896-1960)

Il monumento: a base quadrata, presenta una serie di sarcofagi in arenaria che formano un’ideale piramide, sul vertice della quale si innalza una figura femminile dalla postura sinuosa in marmo bianco con le mani congiunte e il viso rivolto verso l’alto con ai piedi un mascherone. La maschera, simbolo del dolore e della sofferenza della condizione umana, oltre che al teatro greco, rimanda alla pittura surrealista di Salvador Dalì: immagini del sogno e in qualche modo dell’essere ultraterreno, con il loro aggrottarsi rappresentano una manifestazione dei sentimenti inconsci dell’essere.
Il monumento progettato dall’Architetto Mario Monguidi è databile, secondo la documentazione del Fondo Monguidi conservato all’Archivio Storico Comunale di Parma, al 1926 ed è stato commissionato da Elvira Pizzorni Carpi. L’esecuzione risulta affidata alla Cooperativa marmisti di Parma. Le caratteristiche formali del gruppo scultoreo non firmato, potrebbero rimandare allo stile di Alessandro Marzaroli (1836-1951), collaboratore abituale del Monguidi almeno fino a quell’anno. L’essenzialità delle forme dalle superfici levigate e dai profili allungati, che conferiscono all’opera purezza e linearità plastiche, potrebbero anche ricondurre, secondo i critici Francesco Barocelli e Paolo Dossi, ad una precoce realizzazione dello scultore piacentino Luigi Froni (1901-1965). Si potrebbe, tuttavia, anche trattare di opera anonima scaturita all’interno della Cooperativa dei marmisti.

La vita: nato a Corniglio, sull’Appennino parmense, nel 1896, Mario Monguidi frequentò la sezione di Architettura dell’Istituto di Belle Arti di Parma e fu allievo di Gian Giuseppe Mancini (1881-1954). Scoppiata la Prima Guerra mondiale, interruppe gli studi per arruolarsi come volontario (1915); al fronte compì azioni belliche valorose, meritando una medaglia di bronzo e una croce al merito. Ritornò a Parma a guerra finita, dopo un lungo periodo di prigionia e, a venticinque anni, conseguì brillantemente il diploma in Architettura (1921). L’attività del Monguidi trovò ben presto il suo centro di interesse nella realizzazione di opere celebrative o commemorative: dai numerosi monumenti ai Caduti della Prima e della Seconda Guerra mondiale a numerose edicole e cappelle funerarie nelle quali profuse una straordinaria inventiva formale. Diede il suo contributo anche nel settore residenziale, con alcune realizzazioni di particolare pregio. Moriva a Parma il 18 agosto 1960.

Le opere: fra i numerosi ricordi ai Caduti della Prima Guerra mondiale, in cui Monguidi seppe trasferire le emozioni provate personalmente sul fronte e nelle trincee, vanno ricordati l’ingresso monumentale del cimitero di Vigatto del 1923; i monumenti di San Polo di Torrile e di Roncole di Busseto (1926). Al 1925 risale l’incarico per il monumento a Filippo Corridoni, all’ingresso dell’Oltretorrente a Parma, dall’elevato valore simbolico e dalla felice soluzione urbanistica.
In ambito residenziale vanno citati Villa Vitali (1924-1925) sul Lungoparma e Palazzo Alessandri in piazzale Boito (1940) dagli echi Piacentiniani.
L’ultima sua opera fu la trasformazione della facciata della torre di San Paolo in monumento ai Caduti di Tutte le Guerre (1961). Contemporaneamente si dedicò all’architettura funeraria costruendo, nel cimitero di Parma, il cenotafio ai Caduti della società di Mutuo Soccorso “Pietro Cocconi” (1922), i monumenti Merli e Pizzorni (1922), numerose edicole, come quelle per le famiglie Gardelli (1923), Dall’Aglio Zanzucchi (1924), Carpi (1926), Stori Brigenti (1930), Spaggiari (1945), Guaita (1952), Camorali (1954); in provincia le cappelle Bo a Traversetolo (1925) e Carrara-Verdi a Busseto (1930). In tutti questi lavori, ispirati di preferenza al movimento secessionista, pur costretto a operare entro spazi limitati, si servì di una fantasia esuberante, influenzando con la sua visione artistica anche i suoi collaboratori, incaricati della parte scultorea dei monumenti, come Renato Brozzi, Guglielmo Cacciani, Alessandro Marzaroli e Carlo Mattioli.

Volte le spalle al Monumento Carpi, si attraversa il viale e si imbocca lo stradello che conduce al centro del quadrante Sud-Est, dove si incontra, subito sulla sinistra, l’Edicola Camorali.

01. Ritratto dell’architetto Mario Monguidi modellato da Luigi Froni nel 1921 (Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma).
02. Monumento Carpi, veduta d’insieme.
03. Monumento Carpi, vista laterale.
04. Monumento Carpi, particolare della figura femminile.
05. Monumento Carpi, particolare della maschera tragica.